domenica 24 luglio 2016

Una Medaglia Divenuta Monumento (Campagna Fascista)

Intorno al 1922 è comunemente diffusa tra le camice nere del fascismo una bella ed elegante medaglia coniata dalla Johnson su modelli dello scultore milanese Giannino Castiglioni. Essa rappresenta al diritto un eroe nudo a cavallo avvolto in un grande vessillo ove si scorge un fascio repubblicano mentre con la destra, offre , chinando il capo deferente, una vittoria alata. Subito migliaia di squadristi si identificano in questo eroico cavaliere d'altri tempi. La medaglia, pur non essendone mai stato autorizzato l'uso, viene così comunemente portata dai fascisti della prima ora i quali aggiungono addirittura tante barrette quanti sono gli anni di militanza in quella che passa alla storia come la "campagna fascista" sviluppatasi tra il 1919 e il 1922. Simbolico e "sacro" anche il rovescio dove una serie di mani tese sembrano prestare giuramento di fedeltà ad un ideale che arde ma non brucia, come direbbe D'Annunzio, una fiamma appunto,che rimarrà tanto cara nella simbologia fascista di ieri e di oggi. Quel cavaliere piacque e colpì così tanto l'immaginario collettivo che CASTIGLIONI decise di eternarlo nel bronzo una volta vinto il concorso per l'erezione del Monumento ai Caduti di Magenta. Ripropose cosi, sopra ad uno sperone, come peraltro lasciava già intendere nel tondello, quell'eroe nudo a cavallo che deposto il vessillo fascista, innalza, ancora piu' fiero, il vessillo imperiale romano,inaugurando ( e siamo appena nel 1925) una liturgia ispirata a Roma antica che caratterizzà il regime in tutte le sue più importanti manifestazioni d'estica e propaganda. Quando nel 1941, il Prefetto di Magenta pensò di far distruggere il monumento per recuperarne il bronzo, Ezio Maria Gray, squadrista della prima ora, gli scrive questa lettera: “Carissimo Magenta è allarmata perché si è vista chiedere dalla tua Prefettura quale peso approssimativo di bronzo potrebbe ottenersi dalla fusione del suo Monumento alla Vittoria. Io spero che detta domanda sia “circolare” ma non possa essere intesa veramente alla fusione distruttiva di quel Monumento che ebbi l’onore di inaugurare alla presenza di Sua Maestà il Re Imperatore. Ma è una magnifica cosa: io lo citai come uno dei pochi Monumenti della Vittoria degni del massimo rispetto in confronto della massa di monumenti non solo da scartare artisticamente ma da rinnegare come monumenti al Dolore, ai Morti… alla Espiazione della Guerra (eretti molti da Amministrazioni sovversive a scopo disfattista) e non come Monumenti di una Grande Nazione vittoriosa in una Guerra altrettanto grande. Rassicura me e quelli di Magenta. Se la notizia informativa tendesse davvero alla distruzione, quel giorno mi troverete con tutti gli squadristi di Magenta a difendere a mano armata il sacro e stupende bronzo opera dello scultore Giannino Castiglioni di Milano. Con vivo affetto." Ezio M. Gray


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