giovedì 27 giugno 2013

Medaglia Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali

La Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali fu l'organo costitutivo del sindacalismo fascista.La Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali nacque nel gennaio 1922 in occasione del I Convegno di Studi sindacali e corporativi di Bologna. In quest'occasione si svilupparono le basi del sindacalismo fascista, con la risoluzione dello scontro tra autonomisti (capeggiati da Edmondo Rossoni e Dino Grandi) e dipendenti (appoggiati da Michele Bianchi e Massimo Rocca) dei sindacati dalla politica. Vinsero i secondi, apportando l'inserimento delle strutture sindacali fasciste all'interno del Partito Nazionale Fascista (PNF), la conferma del superamento della lotta di classe a favore della collaborazione di classe e della supremazia dell'interesse comune nazionale nei confronti di quello individuale o di categoria. In quest'occasione nacque appunto anche la Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali. Tali Corporazioni non furono sindacati misti tra lavoratori e datori di lavoro (che si formarono invece nel 1934), ma sindacati autonomi divisi in cinque Corporazioni suddivise per categorie lavorative. Immediatamente scoppiò una polemica che si ripercosse anche in ambito internazionale, nata dal fatto che la sinistra operaia internazionale, in sede di Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), contestava il titolo alla rappresentanza operaia e, quindi, la possibilità di partecipare all'assemblea. Polemica che non venne accettata, in quanto l'ILO permise alle Corporazioni di partecipare alle sedute rinnovando il mandato annualmente.Nei mesi successivi, con l'ormai tramontato biennio rosso e l'offensiva militare del fascismo con le squadre d'azione, venne operato lo sfondamento politico in campo sindacale, con il passaggio di interi settori operai dalle strutture del Partito Socialista Italiano e della CGdL al fascismo. Tanto che, nell'estate del 1922 la Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali contava 800.000 iscritti.Ciò rientrò nelle intenzioni di Rossoni, che pensò di creare da una parte una base contadina potente ed affidabile, che appoggiasse e facesse da riserva strategica allo squadrismo, dall'altra di fare del sindacalismo una delle pietre angolari dello Stato fascista.Avvenuta la Marcia su Roma, i progetti di Rossoni trovarono però resistenze nei settori più conservatori del fascismo, che riesumando un "cavillo" dello statuto del PNF, dettero il via alla costituzione dei cosiddetti gruppi di competenza, affidando la responsabilità della loro organizzazione a Massimo Rocca. Questi gruppi di competenza, formati da tecnici ed esperti nei vari settori di competenza, avevano la funzione di coadiuvare le scelte del partito e dei suoi vari organi (come appunto la Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali) grazie alla loro esperienza e specializzazione. In questo caso venne loro chiesto di sviluppare e teorizzare efficacemente lo spirito e la concezione corporativa ma, per la loro equidistanza tra le parti, venne data loro anche la capacità di essere consultori attivi in caso di controversie sindacali. In realtà non fecero altro che limitare in maniera pesante lo spazio sindacale, a causa della volontà stessa dei suoi gestori di rallentare l'azione dei sindacalisti fascisti.
























domenica 23 giugno 2013

Reichsparteitag Nùrnberg 1929

Rarissimo pin del raduno di Norimberga del 1929,secondo me uno dei più belli mai realizzati graficamente,ne esiste un altra versione in scatola altrettanto rara,realizzata successivamente..L'ho cercato per diversi anni e finalmente è nella mia collezione..Sul retro è marcato "Hoffstatter Bonn"...Un pò di storia...I primi raduni del Partito nazionalsocialista si tennero a Monaco nel 1923 (27-29 gennaio) e a Weimar nel 1926 (1º-4 luglio). Questi primi eventi, organizzati in maniera approssimativa, non mostravano ancora le adunate oceaniche tipiche dei raduni successivi; si risolvevano in improvvisati discorsi tenuti dai leader del partito che venivano spesso interrotti dai membri delle fazioni rivali, in particolar modo dai comunisti. Dal 1927 in poi, i raduni furono organizzati esclusivamente nella città di Norimberga. Norimberga venne scelta per una serie di ragioni organizzative e d'interesse: era situata al centro dello Reich e quindi facilmente raggiungibile. La piazza Luitpoldhain ben si prestava a contenere il sempre maggior numero di partecipanti al raduno ed inoltre l'evento poteva contare sull'efficiente organizzazione dei nazionalsocialisti locali guidati da Julius Streicher, Gauleiter di Franconia. Non ultimo la locale polizia, diretta dal simpatizzante nazista Heinrich Gareis, ostacolò solo in minima parte lo svolgimento dei primi due raduni norimberghesi, prima che l'ascesa al potere di Hitler nel 1933 risolvesse definitivamente il problema. Oltre alle motivazioni pratiche Norimberga venne scelta per l'elevato significato simbolico e politico che la ricollegava alla tradizione delle Diete imperiali ivi tenute durante il Sacro Romano Impero. Nell'opuscolo commemorativo del raduno del 1927, che ebbe luogo dal 19 al 21 agosto, curato da Alfred Rosenberg la scelta venne così illustrata: « È stata una buona idea tenere il terzo raduno (ndt: il primo nella città) del partito nazionalsocialista nell'antica città imperiale di Norimberga. È una città che è stata al centro della storia tedesca durante l'importante periodo medioevale, ma anche una [città] che ha minacciato di trasformarsi in una roccaforte della follia di massa marxista durante il XX secolo. Dal 19 al 21 agosto è stata perciò un simbolo[.] [Il simbolo] che i combattenti per la liberta del futuro stato nazionale germanico non permetteranno che i luoghi del glorioso passato della Germania diventino il campo giochi della negazione ebraico-marxista di tutti i valori del popolo tedesco.» Prima dell'ascesa al potere del Partito nazionalsocialista si tenne un secondo raduno a Norimberga dal 1 al 4 agosto 1929 al quale parteciparono circa 25.000 simpatizzanti, per la maggior parte uomini delle Sturmabteilung (SA) e delle nascenti SS incaricate - come in tutte le edizioni successive - della sicurezza del raduno.Dopo l'ascesa al potere del Partito nazionalsocialista avvenuta il 30 gennaio 1933 con l'elezione di Adolf Hitler alla carica di Cancelliere del Reich, i raduni di Norimberga ebbero cadenza annuale. Dallo stesso anno venne fissato il periodo della manifestazione da tenersi nella prima metà di settembre ed un nuovo nome: Reichsparteitage des deutschen Volkes («Giornata nazionale del partito [ndt:nazista] del popolo tedesco»), inteso a simboleggiare la solidarietà fra il popolo tedesco e il partito. I Reichsparteitage assunsero negli anni proporzioni colossali arrivando a contare oltre mezzo milione di partecipanti e delegazioni appartenenti a tutte le realtà del partito (SA, SS, Gioventù hitleriana, ecc.), dell'esercito tedesco e delle istituzioni nazionali.Per ogni anno venne scelto un titolo programmatico, legato ai più importanti eventi tedeschi che avevano segnato l'anno del raduno.L'aspetto principale dei raduni di Norimberga fu la trasfigurazione propagandistica, abilmente orchestrata, della figura di Adolf Hitler che lo dipinse come il "messia" tedesco inviato dalla Provvidenza per salvare il popolo tedesco. Le masse, rigidamente inquadrate in suggestivi scenari, ascoltavano la parola di Hitler, marciando davanti a lui e giurando lealtà alla sua persona e all'ideale nazista. I raduni servirono la propaganda tedesca come veicolo per mostrare, soprattutto all'estero, la volontà e l'armonia del "nuovo" popolo tedesco forgiato dalla disciplina e dall'ordine. La dimostrazione di potenza della «nuova Germania» non era limitata agli spazi predisposti per il raduno. Le formazioni del Partito marciavano lungo le strade dell'antico centro di Norimberga pavesate di bandiere recanti la svastica, per ricevere il saluto di Hitler e del popolo entusiasta che si assiepava ai lati. L'imponente scenografia, organizzata da Albert Speer, serviva a simboleggiare la continuità tra la grandezza del Sacro Romano Impero ed il Terzo Reich. A partire dal 1935 la prima sera del raduno venne dedicata all'esecuzione dell'opera di Richard Wagner I maestri cantori di Norimberga. Hitler fu un grande ammiratore di Wagner che egli riteneva conformarsi, attraverso le sue opere eroiche, alla visione del mondo (Weltanschauung) nazista.Per ogni raduno tra il 1933 ed il 1935 la regista tedesca Leni Riefenstahl creò un film-documentario sullo svolgimento dell'evento. Le capacità tecniche ed artistiche della Riefenstahl e le oceaniche masse rigidamente inquadrate nelle scenografie di Albert Speer contribuirono a creare alcuni tra i migliori film di propaganda mai prodotti, che ancor oggi - nonostante le numerose polemiche sul loro contenuto - vengono studiati.








    Qualche immagine dei raduni di Norimberga..


giovedì 20 giugno 2013

Sportfest Nùrnberg 1934 HJ

Vi presento questo pin molto raro della Hitler Jugend,creato per ricordare la festa dello sport tenutesi nel 1934 a Norimberga...Disegno molto accattivante,sul retro si può notare una piccola "saldatura" dovuta sicuramente allo staccamento dello spillo..A voi le foto per ammirarlo meglio nella sua bellezza..!




venerdì 14 giugno 2013

1° Jahrestag der Nationalen Erhebung 1934

Trovato per puro caso,questo pin è dedicato al primo anniversario del sondaggio nazionale del 30 gennaio 1933,ovvero quando Adolf Hitler prestò giuramento come Cancelliere nella camera del Reichstag,sotto gli sguardi e gli applausi di sostenitori del Partito Nazionalsocialista.Alla parte frontale troviamo un disegno dall'impatto molto evocativo,una fiaccola con dietro una svastica e la data del primo anniversario,ovvero il 30 gennaio 1934...sul retro il marchio del fabbricante,attacco a spilla..Un pin veramente raro da trovare,pieno di  "storia"...





mercoledì 12 giugno 2013

Adunata Mutilati Combattenti e Fascisti Viareggio 27.08.1922

Medaglia commemorativa dell'adunata Mutilati,Combattenti e Fascisti svolta nella giornata del 27 agosto 1922 a Viareggio.Di piccole dimensioni,nastro nero,vissuta con un piccolo "intaglio" sulla destra in alto della medaglia che comunque non ne intacca il valore storico.





martedì 11 giugno 2013

Combattenti Fascisti

Il 23 marzo 1919 Benito Mussolini fondò a MIlano il primo Fascio Italiano di Combattimento, subito seguito da quelli di Torino, Verona e di moltissime altre città italiane. In pochi mesi i Fasci si moltiplicarono, il numero degli aderenti aumentò tanto che alla fine del 1921 erano circa 300.000 gli iscritti ai Fasci di Combattimento. L'8 novembre 1921, in occasione del congresso tenutosi a Roma, il movimento fu trasformato in Partito Nazionale Fascista ( PNF ). Anche i distintivi di appartenenza si modificarono di conseguenza negli anni seguenti inserendo le sigle PNF vicino al fascio, prima "primigenio" e poi "littorio" a partire dal 1928. Il Fascismo traeva una grandissima aliquota dei suoi aderenti tra gli ex combattenti della Grande Guerra, scontenti e delusi dalla politica governativa. Questo distintivo appartiene a questi reduci e al primo periodo del movimento fascista caratterizato ancora dal fascio primigenio. I distintivi di questo primo periodo non presentano mai le iniziali del P.N.F. , perchè il movimento si trasforma in partito solo successivamente. E' in eccezionali condizioni di conservazione, misura 15 mm di altezza ed è dotato di un piedino posteriore per l'uso nell'occhiello della giacca.Distintivo portato e "vissuto" al punto giusto..




giovedì 6 giugno 2013

Renzino 17 Aprile 1921

Rarissima medaglia commemorativa della strage di Renzino..Ecco a voi la storia..La primavera del 1921 fu una “Primavera di sangue” per quell’Italia così lontana nel tempo, come dai ricordi. Il 15 maggio, infatti, era previsto il rinnovo della Camera dei Deputati. Gli opposti schieramenti si erano dati appuntamento nelle piazze del nostro Paese per una resa dei conti dopo due anni di violenze generalizzate compiute dai sovversivi in vista della agognata rivoluzione “liberatrice” del proletariato, quella bolscevica, naturalmente. Il Biennio Rosso (1919-1920) si è era concluso con un bilancio del tutto negativo, dovuto alla fallimentare gestione politica della dirigenza del PSI che aveva predicato il prossimo avvento del “sol dell’avvenire” senza avere adeguatamente preparato le masse a una vera e propria insurrezione, tanto questa sarebbe scoppiata da sé, senza alcuna necessità di organizzarla. L’unico risultato concreto che si era raggiunto quello di aver creato in tutta Italia un clima pre-insurrezionale, condito da scioperi, occupazioni di terre e di fabbriche, ammutinamenti di truppe, violenze generalizzate (durante le quali si erano registrati anche alcuni morti). Lo Stato pareva in balia di queste agitazioni diffuse, anche se non erano mancati veri e propri eccidi proletari condotti dalle forze dell’ordine durante la repressione dei moti. Già nell’autunno del 1920, durante la campagna elettorale per il rinnovo dei Consigli Comunali, erano apparse in diverse contrade italiane delle Squadre d’azione allestite dai Fasci di Combattimento per contrastare, con gli stessi metodi, ogni violenza massimalista e cominciare a contendere fisicamente le piazze ai socialisti. Il fenomeno dello squadrismo fascista esplose nella primavera 1921, durante la quale fu condotta una vera e propria campagna militare contro le strutture del PSI e del neonato Partito Comunista d’Italia. In questo clima, il 17 aprile 1921, si registrò uno dei più gravi fatti di sangue di quella tornata elettorale, l’imboscata di Renzino di Foiano della Chiana (Arezzo). Una ventina di fascisti – tra cui anche Ufficiali del Regio Esercito in servizio – erano impegnati in un “giro di propaganda” nella zona, il cui fine primario era quello di ristabilire il tricolore sugli edifici dei Municipi socialisti e contestualmente far dimettere le Amministrazioni. Per l’occasione alcune ragazze aretine avevano cucito delle bandiere, unendo alla meglio i tre colori del vessillo nazionale, visto che in tutta la regione era praticamente impossibile trovare bandiere tricolori, odiato simbolo della “Patria borghese reazionaria”. Durante il “giro di propaganda” dei fascisti si erano registrati degli scontri a Pozzo e Marciano, dove il locale segretario del PCdI, Domenico Gialli, era stato malmenato. Uno squadrista, Ettore Guidi di Poppi, era stato ferito piuttosto seriamente ed era stato portato all’ospedale di Foiano della Chiana. Qui era stata lasciata una “guardia”, in quanto i socialisti del paese minacciavano di assaltare il nosocomio per linciare il ferito. Ai fascisti di guardia vennero lasciate anche le armi per difendere se stessi e il camerata ricoverato. Dopo una puntata su Foiano, gli squadristi, al comando del cap. Giuseppe Figino del 70° Reggimento di Fanteria, si apprestarono a rientrare ad Arezzo al canto di “Giovinezza” quando, da una casa colonica radente la strada, la Cascina Sarri, partì un colpo di fucile che ferì l’autista dell’autocarro sul quale viaggiavano. Si narra che l’arrivo del mezzo fu segnalato agli aggressori dal suono di una campana di una chiesetta lì vicino. L’autocarro dei fascisti sbandò e si ribaltò in un piccolo fosso. Dalle fratte uscirono allora una cinquantina di militanti di sinistra guidati dal comunista Galliano Gervasi e dall’anarchico Bernardo Melacci. Scrisse Giorgio Alberto Chiurco: La gente grida attorno infierendo su Figino che è a terra ferito: «Tagliategli le mani», e si odono le grida del fascista Quadri Gabriele al quale un colpo di ascia fa saltare le dita. [...] La malvagità dei carnefici è ripugnante. Il volto di Guido Ciofini è trasfigurato dai colpi. Un ragazzo di 14 anni, avvistosi che i feriti respirano ancora chiama: «Babbo, vieni qua, sono ancora vivi!», e il padre si scaglia sui corpi torturati. I morti sono straziati anche dopo che i corpi son già gelidi. Rosselli ha il cranio fracassato da un colpo di fucile tirato a bruciapelo, a Rossi è staccata la testa, sopra Cinini, colpito in pieno, si accaniscono con furia mostruosa i proto-partigiani. Tre le vittime: Aldo Roselli di 17 anni, cadde gridando «Viva l’Italia! Viva il Duce!»; Dante Rossi di 21 anni, interventista, Mutilato di guerra; e Tolemaide Cinini di 20 anni, portabanidiera. Una dozzina furono i feriti che riuscirono ad evitare il linciaggio fuggendo nei campi o fingendosi morti. Tra questi Bruno Dal Piaz (sarà Alfiere federale di Arezzo e Mutilato della Rivoluzione) e l’ex-Legionario fiumano Ezio Narbona. Determinante fu l’arrivo di un gruppo di ciclisti che partecipava ad una gara. Gli anarco-comunisti, temendo di essere riconosciuti, interruppero il massacro e fuggirono anche loro tra i campi. Diffusasi subito la notizia dell’agguato, la zona fu investita dalla rappresaglia fascista. Vennero mobilitate le Squadre d’Azione di Siena “Mussolini” e “D’Annunzio”. Raggiunsero Foiano anche gli squadristi perugini e fiorentini, risoluti a tutto. Il risultato sarà spaventoso: nove morti e diversi circoli e sezioni social-comunisti dati alle fiamme. In poche ore tutta la possente organizzazione del PSI, delle Leghe rosse, delle Cooperative, fu distrutta. I responsabili dell’agguato vennero arrestati e condannati, nel 1924: Melacci a 30 anni e Gervasi a 22 anni. Il Segretario della Camera del Lavoro di Foiano, sebbene portato in giudizio, verrà assolto. Nessuno dei condannati sconterà per intero la pena. Entrambi usciranno dal carcere successivamente all’atto di clemenza generalizzato del Duce in occasione del Decennale della Marcia su Roma. Melacci, che riprenderà immediatamente la sua attività antifascista, nuovamente arrestato, poi morirà in manicomio nel dicembre 1943; Gervasi, invece, riprese l’attività politica nel 1944 come esponente del PCI nel locale Comitato di Liberazione Nazionale, sarà Costituente e Senatore della Repubblica Italiana per lunghi anni. I tre martiri fascisti di Renzino verranno ricordati dal Regime, nel ventennio successivo, con solenni manifestazioni: ad Arezzo verrà costruita un’“Arca” in ricordo di Rosselli (tumulato nel cimitero cittadino); mentre Cinini e Rossi, fiorentini, vennero traslati nel Sacrario dei Martiri Fascisti di Santa Croce, a Firenze. Sulla facciata della Cascina Sarri verrà affissa una lapide in ricordo del tragico evento. Sul finire del 1944, dopo l’occupazione della regione da parte delle truppe anglo-americane, i comunisti “assaltarono” i simboli fascisti, primi fra tutti quelli dei martiri di Renzino: l’“Arca” di Rosselli venne distrutta a picconate e la tomba del caduto fu sfregiata; i corpi di Cinini e Rossi (e di tutti gli altri squadristi del Sacrario di Santa Croce) vennero dispersi. Nel 1945, Gervasi, divenuto Sindaco di Foiano della Chiana, provvide celermente anche ad eliminare la lapide ricordo sulla Cascina Sarri e dei “fatti di Renzino” si perse per sempre memoria... L’agguato di Renzino, lungi da rappresentare una controreazione agli attacchi degli squadristi, fornendo le basi di un’unità antifascista, fu un atto privo di una propria strategia, che permise ai Fasci di attuare una violenta rappresaglia in tutta la zona, ponendo in rotta le organizzazioni di sinistra e le basi per la conquista definitiva di tutta la Val di Chiana. Infatti, i corpi dei fascisti straziati dai bastoni, dalle roncole e dai forconi suscitarono ribrezzo e condanna generale dell’opinione pubblica, che non esitò ad approvare la rappresaglia delle camicie nere, i metodi squadristi e la politica dei Fasci. Dopo quel giorno anche ampi strati popolari si avvicinarono al movimento di Mussolini. Come rilevava l’Ispettore Generale di PS Alfredo Paolella, dopo che la calma era ritornata in tutta la provincia di Arezzo, “in alcuni Comuni [...] rilevanti sono le inscrizioni dei coloni alle nuove organizzazioni promosse dai Fasci di Combattimento”.





lunedì 3 giugno 2013

Distintivo Piccole Italiane (Variante Rara)

Distintivo raro in versione triangolare delle Piccole Italiane..Smalti ancora intatti,sul retro la spilla ha una piccola saldatura,molto frequente per i giovani inquadrati nell'ONB,sicuramente distintivo portato..