sabato 16 luglio 2016

Medaglia commemorativa della Marcia di Ronchi

Bellissimo esemplare assolutamente originale della Medaglia Commemorativa della Spedizione di Fiume, istituita da Gabriele d'Annunzio subito dopo l'occupazione di Fiume il 12.9.1919 come "Medaglia Commemorativa della Marcia di Ronchi" e modellata dallo scultore Adolfo De Carolis su precise indicazioni del "Vate" e realizzata da Johnson di Milano. Questa medaglia fa parte del primo lotto di produzione ed è completa del suo nastro originale d'epoca. E' stata infatti ritrovata tra i cimeli di un "legionario" insieme ad altri oggetti legati all'Impresa di Fiume.Il proprietario era "Ciraldo Antonino" di Roma (partecipò anche alla marcia su Roma,squadrista,allego foto in basso!!!).La medaglia venne conferita ai legionari che presero parte alla "Marcia di Ronchi" e che arrivarono a Fiume, all'equipaggio della Regia Nave "Cortellazzo" che arrivo' a Fiume il 22.9.1919, a coloro che parteciparono ai combattimenti dal 24 al 28.12.1920 ( Natale di Sangue ) e a famose personalita', come Guglielmo Marconi, che contribuirono in varia misura alla causa fiumana. Si calcola che ne furono distribuite complessivamente circa 2500 esemplari. La medaglia in bronzo misura 39,4 mm di diametro.Fiume era una delle più floride città dell'impero austro - ungarico e quando questo si decompose alla fine della Grande Guerra e la città venne occupata dalle truppe iugoslave, gli irredentisti insorsero, accampando il fatto che Fiume era un centro etnicamente italiano. Il 12 settembre 1919 D'Annunzio era a Ronchi con un seguito di poche centinaia di uomini; ma ad essi si unirono i legionari di Venturi e buona parte dei Granatieri di Sardegna, che avevano da pochi giorni smobilitato da Fiume. A loro si aggiunsero gli Arditi del generale Zoppi e una compagnia di fanteria. Alle porte della città contesa gli uomini al seguito di D'Annunzio erano oltre duemila, tra granatieri, arditi e fanti. Il generale Pittaluga, successore del generale Grazioli, avrebbe dovuto obbedire agli ordini del suo superiore Badoglio e fermare con le armi questo esercito privato, formato da disertori e comandato da un uomo che si poneva in rotta col governo. Ma al gesto teatrale di D'Annunzio, che aprì il pastrano mostrando la medaglia d'oro e proclamando "Lei non ha che a far tirare su di me, Generale!", Pittaluga rispose abbracciando il poeta ed entrando con lui in Fiume. Dopo un anno Giolitti, tornato al potere, concluse con gli alleati il Trattato di Rapallo che lasciava Fiume indipendente. D'Annunzio restava fermo nell'accettare solo ed unicamente l'annessione all'Italia del territorio di Fiume. L'ultimo atto politico rilevante del poeta fu la costituzione della Reggenza, a significare che il potere veniva comunque esercitato in nome del Re d'Italia. Il giorno di Natale del 1920 le truppe regolari entrarono in Fiume, dopo che una cannonata, sparata da una corazzata, aveva colpito la stessa residenza del Comandante. Dopo il “Natale di Sangue” i legionari, che avevano perso una cinquantina di uomini, abbandonarono Fiume indisturbati; D'Annunzio si trattenne ancora per poche settimane e poi se ne andò, indisturbato anche lui.



                         CIRALDO ANTONINO (Foto in Basso)


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