Medaglia commemorativa del P.N.F. di Carrara che in data 13 maggio costituì ufficialmente il Fascio di combattimento retto da alcuni reduci fiumani tra cui Renato Ricci.Sempre in quella data,la sera del 13 maggio 1921, in Piazza Vittorio Emanuele a Marina di Carrara si stava per tenere un
comizio elettorale indetto dal “Blocco Nazionale” di Carrara. Principale oratore l’ex combattente
Avv. Bernardo Pocherra, futuro segretario federale del Partito Nazionale Fascista per la medesima
città. Considerato il clima incandescente che aveva accompagnato la campagna elettorale anche in
quella zona, il principale schieramento politico, il Partito Repubblicano (di cui la città era una
roccaforte) era giunto sul posto “in forze”
. Per contrastare la forte ostilità degli avversari, ma
soprattutto per proteggere il leader politico che di lì a poco avrebbe preso la parola, si presentarono,
a bordo di un camion, 17 giovani fascisti, che si suddivisero, posizionandosi parte sotto il palco,
parte su Viale XX Settembre all’altezza di Corso Umberto I°. Il servizio d’ordine pubblico era
assicurato dai Carabinieri, ma anche dalla Guardia di Finanza, presente con il Comandante della
locale Brigata, Brigadiere Giuseppe Caragnano ed alcuni finanzieri. Appena presa la parola, l’Avv.
Pocherra fu subito interrotto da un insistente mormorio prodotto dalla massa di repubblicani (fra i
quali si erano mischiati anche alcuni anarchici e comunisti), preventivamente posizionatasi sulla
piazza al fine di creare confusione. Un gruppo di loro, spostandosi verso il camion dei fascisti, con
la chiara intenzione di esasperare gli animi, iniziò a gridare a squarciagola, sfidando apertamente
alcuni dei fascisti che, trovandosi vicino all’oratore, si erano mossi per far cessare il mormorio ed
assicurare così il seguito del comizio. Ad un certo punto un individuo, rimasto sconosciuto anche in
seguito alle indagini giudiziarie, da dietro la Chiesa principale, sparò alcuni colpi di pistola in
direzione del palco, quasi certamente per attentare alla vita del Pocherra. Uno dei proiettili colpì
invece alla testa il Brigadiere Caragnano, che nel frattempo si era portato vicino al camion per
sorvegliare le mosse dei manifestanti. Alla vista del caduto, alcuni fascisti corsero subito in suo
aiuto, mentre altri furono inevitabilmente coinvolti in un vero e proprio tumulto popolare che
impegnò entrambi gli schieramenti. I fascisti carraresi reagirono quindi all’aggressione, sparando
anch’essi contro gli avversari. Lo scontro fu davvero violento.Con molta fatica Piazza Vittorio Emanuele fu sgomberata ed a terra fu
rinvenuto un morto, identificato per il marinaio Gino Bertolini, il quale, almeno secondo i giornali,
sarebbe appartenuto al Partito Comunista. Ristabilita la calma, mentre i numerosi i feriti venivano
condotti in ospedale, le Forze dell’Ordine operarono numerosi arresti, fra i quali quello di Ciro
Dinucci, consigliere repubblicano al Comune di Marina di Massa, trovato in possesso di armi non
denunciate.Anni dopo,ovvero il 13 maggio del 1923, nella piazza che ne aveva visto
la morte, nel corso di una solenne cerimonia alla quale presero parte autorità civili e militari ma
soprattutto l’intera cittadinanza di Marina di Carrara, fu inaugurata in suo onore (Caragnano) una lapide in
marmo. Lo stesso P.N.F. volle onorare il finanziere caduto vittima del dovere, attribuendogli la
qualifica di “Martire Fascista”, della quale abbiamo rintracciato la seguente motivazione:
“Comandante della Brigata di Marina di Carrara, fu richiesto dalle Autorità del luogo di
concorrere al servizio d’ordine pubblico durante un comizio elettorale. Accorso per proteggere
dalle violenze alcuni pochi giovani animosi fascisti della prima ora, venne colpito a morte da un
colpo d’arma da fuoco sparatogli dai comunisti. 13 maggio 1921”.
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