sabato 22 ottobre 2016

U-Boot Kriegsabzeichen (A.Rettenmaier)

Una nuova aggiunta sempre nei distintivi U-Boot..Questa volta non è marcato,in zinco,riconducibile al costruttore Alois Rettenmaier,Scwab-Gmund.Sotto le immagini..





domenica 16 ottobre 2016

Medaglia commemorativa del Fascio di Genova (1922)

Medaglia commemorativa delle giornate 1-5 agosto del 1922 a seguito degli scioperi nazionali organizzati dai "rossi" per contrastare il Fascismo...Concessa dal Fascio di Genova,medaglia piuttosto rara!A causa della grave crisi che imperversa nell'amministrazione milanese, l'opposizione indice per il periodo dal 1 al 3 luglio 1922, 3 agosto uno sciopero che dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori del capoluogo lombardo. Durante i giorni di sciopero numerosissimi sono i tentativi di boicottaggio e le rappresaglie contro gli scioperanti messi in atto dalle squadracce fasciste, che tentano di far partire le corse dei tramvieri in sciopero, minacciano e sparano contro gli operai scesi in strada.Nel tardo pomeriggio del 3 agosto un gruppo di persone, in apparenza riunitosi spontaneamente, ma nella realtà guidati dai fascisti, capaci di utilizzare la grossa crisi che sta attraversando l'amministrazione del comune di Milano per accendere gli animi della popolazione, inizia a premere contro le porte di Palazzo Marino. La polizia, a difesa dell'edificio, si scansa e lascia entrare la calca, mentre Gabriele D'Annunzio, che si trova, probabilmente non troppo casualmente, nel capoluogo lombardo, viene chiamato ad arringare la folla presente con un discorso dal balcone del Municipio. Il giorno successivo, di fatto legittimando l'assalto fascista, il procuratore generale Antonio Raimondi dichiara che quanto è accaduto non costituisce motivo di reato, e il prefetto Lusignoli esautora l'amministrazione, firmando un decreto con il quale nomina un commissario prefettizio per sorvegliare il funzionamento dei servizi pubblici. Nel frattempo altre camicie nere continuano con le rappresaglie contro socialisti i comunisti: un camion si lancia contro la porta del circolo comunista di via Cellini, i fascisti vi penetrano dando fuoco a documenti e suppellettili: altri circoli sono assaltati, da quello di piazzale delle Rottole a quello di via San Venceslao. Abbandonata la sede del Municipio, i fascisti, sotto la guida del capitano Forni, che pronuncia un discorso per arringare i commilitoni, incoraggiandoli a "riprendere la marcia verso la rigenerazione del paese, guastato dal sovversivismo", intraprendono un corteo per la città, cantando Giovinezza. Giunti sotto la sede del giornale socialista "Avanti!" , già in passato più folte preso di mira dagli attacchi squadristi, lo assaltano. La forza pubblica a difesa dell'edificio, cui erano stati aggiunti anche dei bersaglieri, sta schierata lungo il muro di cinta: distratti dall'arrivo del corteo fascista, non si accorgono che un altro manipolo di camicie nere, più numeroso, sopraggiungendo dalla parte opposta, riesce ad aprire una breccia nel muro, penetrando nella sede del giornale. Quando si sentono i primi scoppi l'incendio è ormai divampato dalle numerose bottiglie incendiarie lanciate dagli squadristi all'interno dell'edificio, dove gli operai sono intenti al lavoro. La lentezza di reazione sia della forza pubblica che dei vigili del fuoco, accorsi con molto ritardo, fanno sì che l'incendio si propaghi dal pianterreno fino al primo piano, rovinando completamente i macchinari e mettendo nello stesso tempo in grave pericolo la stabilità dell'edifico stesso. La gente del quartiere e gli antifascisti si riversano per strada: rivoltellate, bombe e corpo a corpo contro i fascisti proseguono per ore fino a tarda notte. La forza pubblica stenta a riportare l'ordine nel quartiere, e per sedare gli scontri in atto comincia a sparare. Decine le persone che devono rivolgersi a cure mediche in seguito all'assalto, mentre almeno tre sono i morti tra gli squadristi, tutti deceduti in seguito alle ustioni procurate dalle proprie bottiglie incendiare, o alle revolverate partite dai loro stessi camerati.Questa medaglia commemora quelle giornate.


domenica 9 ottobre 2016

Parteiabzeichen N.S.D.A.P. (72) Transitorio

Un altro raro pin del Partito Nazionalsocialista transitorio,questa volta con un attacco mai visto ma dell'epoca..,con il numero 72 il noto costruttore "Fritz Zimmermann,Stuttgart"..


sabato 8 ottobre 2016

Medaglia Commemorativa Benito Mussolini

Oggi vi propongo una bella medaglia,di piccole dimensioni,non facile da trovare o vedere in giro..Da una parte l'effige del Duce giovanile,dal retro un fascio repubblicano con la scritta "Per L'Italia"..


sabato 1 ottobre 2016

Brigata Sassari

E' tra le Brigate più decorate della Grande Guerra; come ricompensa per il valore e l'eroismo dei suoi fanti alle Bandiere furono concesse 2 Medaglie d'Oro per ciascun reggimento, ebbe 4 citazioni speciali sui bollettini del Comando Supremo, alle fanfare dei reggimenti il Re, motu proprio, concesse le drappelle Reali (scudo sabaudo e stemma di Sardegna), durante la ritirata sul Piave la Brigata venne citata dal Comandante della retroguardia, Tenente Generale Di Giorgio, all’ammirazione della Nazione e dell'Esercito per l'abnegazione e l'eroico contegno tenuto. Ufficiali e soldati della Brigata furono decorati con 9 Medaglie d'Oro, 286 Medaglie d'Argento, 417 Medaglie di Bronzo. Altri 6 ufficiali ricevettero l'Ordine Militare di Savoia. Le perdite furono in proporzione: 12923 uomini tra morti, feriti e dispersi; poiché una Brigata inquadra circa 6000 soldati, la Sassari fu "ricostituita" due volte e, per farlo, si dovette ricorrere anche al trasferimento dei sardi che militavano in altri reggimenti. Gli austriaci impararono ben presto a temere i fanti dalle mostrine bianche e rosse, che prima di ogni assalto cantavano l'inno di guerra della Brigata (" Dimonios") sventolando un fazzoletto con eguali colori. I sardi non facevano prigionieri. La Brigata viene formata nel febbraio del 1915. Il 21 luglio si trasferisce per ferrovia a Santa Maria La Longa alle dipendenze della 25° divisione. Durante la Seconda battaglia dell'Isonzo (18 luglio-3 agosto 1915), quattro battaglioni della Sassari passano il fiume a Sdraussina ed entrano in combattimento contro le linee nemiche di Bosco Cappuccio; gli altri due sono di riserva divisionale. La progressione si fa subito dura, ogni metro deve essere conquistato alla baionetta: il giorno 26 cade una parte della prima linea nemica, il 29 altri cento metri, il 4 agosto viene espugnato il trincerone austriaco del Bosco Cappuccio, il 9 è finalmente in vista il paese di San Martino del Carso ed i fanti, stremati, si fermano iniziando a scavare trincee. Nel frattempo i due battaglioni di riserva, chiamati in battaglia il giorno 4 agosto, attaccano il nemico nascosto nel Bosco Lancia, ottenendo parziali ma importanti successi verso la vicina quota 177. Dopo queste giornate, la Sassari, fortemente ridotta negli effettivi, scende a riposo e vi rimane sino ai primi di novembre. Il 10 novembre, con l'inizio della Quarta battaglia dell'Isonzo (10 novembre-2 dicembre 1915), alla Brigata vengono dati come obiettivi la conquista delle trincee nemiche dette delle frasche e dei razzi, di fronte a San Martino del Carso. Alle ore 11 del giorno 11 novembre, i fanti assaltano le posizioni avversarie, i reticolati intatti fermano lo slancio, le mitragliatrici nemiche ne falciano le fila. Il giorno seguente è ritentato l'attacco, con il medesimo risultato. Solo il 13 novembre, dopo che l'artiglieria aveva aperto varchi nelle difese accessorie, al 151° riesce di entrare nella trincea delle frasche, occuparla e mantenerla. La conquista mette in crisi l'intero settore austriaco ed anche i difensori della trincea dei razzi debbono arrendersi. Durante la notte si sviluppano violenti contrattacchi nemici, tutti respinti, pur con gravi perdite. Il 17 novembre la Brigata ritorna a riposo, rimanendovi sino a metà dicembre 1915. Dal 3 gennaio al 29 febbraio 1916, la Sassari alterna turni in linea e di riposo nelle trincee delle frasche, dei razzi, rocciose e dei sacchetti, sotto il San Michele; la notte del 14 marzo, un colpo di mano di due compagnie del 152° consente la conquista della trincea detta la tortuosa, antistante quella delle frasche, che non può essere mantenuta per il pronto contrattacco austriaco. Con l'inizio della grande offensiva nemica, Strafexpedition (15maggio-18 giugno 1916), la Brigata raggiunge l'Altipiano d'Asiago, schierandosi sulla linea Monte Fior-Castelgomberto. Nei giorni 7 e 8 giugno questo settore è investito in pieno dall'offensiva, i battaglioni alpini Morbegno, Argentera, Val Maira, rinforzati da due battaglioni della Sassari, sono costretti a retrocedere sulla linea di massima resistenza Monte Miela-Monte Spil e qui si fermano. Esauritasi la spinta nemica, dal 16 giugno al 2 luglio si sviluppa il contrattacco italiano per la riconquista del terreno perduto; il 151° agisce su Monte Fior ed il 152° su Castelgomberto, raggiunti alla fine di giugno. Successivi sforzi contro il Monte Mosciagh e la Val Galmarara non producono alcun risultato. Fino alla fine di dicembre la Brigata alterna turni di riposo ed in linea nelle trincee di Camporovere. Il 10 giugno 1917 alla Sassari viene affidato il compito di attaccare le difese nemiche sul Monte Zebio tra le quote 1626 e 1476; l'azione ha successo e tre contrattacchi nemici sono respinti; purtroppo il mancato arrivo dei rinforzi, bloccati sulle posizioni di partenza dal fuoco dell'artiglieria nemica, costringe i sopravvissuti ad abbandonare le posizioni conquistate. Durante l'Undicesima battaglia dell'Isonzo (17-31 agosto 1917), la Brigata viene trasferita nei pressi del paese di Canale, a Breg, perché è affidata la conquista delle difese austriache di quota 878 e 833 dello Zgorewnice. Il 30 giugno la Sassari attacca, la reazione avversaria è durissima e costringe per più giorni i fanti a sostare in posizione precaria sotto le due quote; gli sforzi sono allora concentrati su un obiettivo di riserva, la linea di quota 862-895, conquistata il 15 settembre e mantenuta nei giorni successivi. La rottura del fronte a Caporetto, trova la Brigata dislocata presso Buttrio e Manzano (Udine) ed il 27 ottobre i due reggimenti si schierano tra i fiumi Torre e Natisone, iniziando poi il ripiegamento verso il paese di Casarsa, sempre in contatto con le avanguardie austro tedesche. La ritirata termina il 14 novembre ad Abano-Bagni, lungo la strada sono rimasti 1112 soldati. In dicembre la Brigata torna sugli Altipiani alle dipendenze della 2° divisione, occupando la linea C. Lobba-Busa del Termine. A gennaio del 1918, la Sassari è impegnata nella riconquista di Col del Rosso, perduto a dicembre del '17 assieme al Col d'Echele e monte Valbella nella battaglia dei Tre Monti. L'azione, violenta e contrastata, inizia il 28 gennaio 1918: all'alba due battaglioni del 151° e due compagnie di arditi assaltano la cima di Col del Rosso, respinti, la aggirano e penetrano sino a malga Melaghetto prima di essere fermati. Nel frattempo un battaglione del 152° ed una compagnia di arditi tenta la conquista del caposaldo nemico di Col d'Echele. L'attacco riesce a far sloggiare il nemico dalle posizioni sul fianco della montagna, purtroppo il mancato successo sulla vicina cima di Col del Rosso espone le truppe attaccanti, ancora allo scoperto, al fuoco incrociato delle mitragliatrici austriache. Le ingenti perdite costringono i fanti a ripiegare su C. Caporai. Solo l'impiego di tutte le riserve sblocca la situazione ed il 30 gennaio Col del Rosso e Col d'Echele tornano italiani. Il 15 giugno, gli Imperiali sferrano l'ultima disperata offensiva, inizia la Battaglia del Solstizio. La Brigata Sassari si trova in linea sul Piave, alle Fornaci di Monastier e avanza verso Fossalta e Capo d'Argine (Venezia). Nell'ansa di Gonfo i reggimenti sono accerchiati ma continuano a combattere, la pressione di forti nuclei nemici costringe i fanti a retrocedere verso il caposaldo di Losson e qui si attestano preparandosi ad una difesa ad oltranza. Il 20 giugno, il nemico, ricevuti rinforzi e munizioni, attacca il caposaldo riuscendo nel pomeriggio ad occuparlo, il pronto contrattacco del II° battaglione del 152° reggimento ristabilisce la situazione. A sera gli austriaci tentano ancora di sorprendere i difensori, inutilmente. Mandata a riposo, la Sassari ritorna in linea a fine agosto nel settore Postiona-Castagnole; il 28, iniziatasi la battaglia di Vittorio Veneto, passa il Piave a Salettuol, puntando poi su Conegliano che occupa alla mezzanotte del 29. Proseguendo nell'inseguimento del nemico il 2 novembre la Brigata raggiunge Aviano, il 3 è al Tagliamento, quando viene comunicata la firma dell'armistizio.